mercoledì 12 febbraio 2020

Ultima edizione


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Sabato 15  febbraio 2020 l'Ultimo Giorno è andato in scena per l'ultima volta.
Presso l'Arteficio, il centro artistico e culturale nato nel maggio del 2017 e operante per la divulgazione delle arti come strumento di integrazione sociale e culturale ove si esibiscono numerosi musicisti e attori, pittori e artisti di grande talento, è andato in scena il nostro reading nell'edizione conclusiva.

Con me sul palco ci sono stati Vita Respina che ha interpretato il ruolo di una donna ferita ma non vinta, Sasca Malabaila che ha cantato versioni acustiche di brani di Simon & Garfunkel, Elton John, Diana Krall e Mercedes Sosa e Mauro Legovich cui è stato affidato l'accompagnamento musicale al testo con il suo magico sassofono e il flauto traverso. Le scenografie affidate a Maura Scalenghe i cui quadri, proiettati sullo sfondo, hanno commentato la narrazione creando un'atmosfera surreale e Moreno Stefanini ha curato con precisione la regia luci e audio.

L'avventura de "L'ultimo giorno" cominciò il 10 novembre 2018 presso il Teatrino Ridò, proseguì presso il Piccolo Teatro Comico di via Mombarcaro il 24 marzo 2019 per approdare al Teatro Dravelli di Moncalieri il 25 ottobre scorso. Ad ogni edizione è cambiato qualcosa: la prima fu la lettura del romanzo solo da parte mia come autore e regista dello spettacolo, nella seconda edizione riscrissi il testo dall'imperfetto al presente indicativo, la terza edizione fu caratterizzata dall'ingresso nel cast di Vita Respina che curò il ruolo femminile ed infine sabato 15 febbraio 2020 si unì Mauro Legovich con il supporto musicale affidato al sax contralto e al flauto traverso.

Non sono previste ulteriori rappresentazioni dell'evento anche se nulla è definitivo nel teatro. Abbiamo incontrato un pubblico che tutte le volte ha espresso la sua approvazione per un format, quello della lettura interpretativa, che non gode di un'ampia diffusione purtroppo.

A questo pubblico va il nostro grazie e il mio in particolare, mai avrei immaginato nell'estate 2011, quando scrissi il romanzo breve a puntate su Facebook, di portarlo sul palcoscenico ottenendo così tanti consensi.

Ci vedremo di nuovo in scena con altre idee e nuovi progetti.
A presto

Giuseppe Izzinosa

domenica 19 gennaio 2020

Le emozioni

Al teatro Dravelli siamo stati bene, pochi dobbiamo ammettere, ma siamo stati bene.
Il pubblico ha partecipato e le emozioni erano intense.
L'ingresso di Vita Respina nel cast ha reso più profonde le emozioni e gli scambi sul palco non sono stati solo simbolici, ma ogni parte dei dialoghi assumeva una sua "tridimensionalità" che ha contribuito a rendere più coinvolgente la storia.

Il giorno dopo le emozioni, le nostre questa volta, vanno a mille quando riceviamo questo messaggio di Michele, uno spettatore che ci ha ripagati con queste parole:

"Serata a Teatro

Ieri sera, in una Moncalieri ancora calda ho potuto assistere, al teatro Dravelli, ad una rappresentazione scritta e interpretata da Giuseppe Izzinosa. Affiancata nella lettura da Vita Respina , abile nel ruolo di compagna, intervallati, nei lori dialoghi, dalla brava cantante Sasca Malabaila. A dar vita ai testi letti sullo sfondo si alternavano, sapientemente, i dipinti di Maura Scalenghe , luci e audio manovrati da un attento Moreno Stefanini.
Sono rimasto molto colpito dalla bravura di Giuseppe sia nella stesura dei testi, piaciuti moltissimo, che dalla sua interpretazione, altrettanto bella.
La sua interpretazione è stata molto reale e avvincente tanto che l’attenzione era totale non perdendomi neanche una parola. Una introspezione, quella di Giuseppe, veritiera e accattivante nel suo scorrere, dove facilmente tutti vi ci possiamo immedesimare, facendola nostra tutta o in parte. Una introspezione che chiude il cerchio dando allo spettatore la facoltà di scegliere un finale continuando sulla strada di un sogno che rincorre la realtà o se invece la realtà non è altro che un sogno che tutti noi volessimo si realizzasse. Insomma, un’ora e mezza spesi per trovare una “ PERLA “ in quel di Moncalieri, al teatro Dravelli.
La “ PERLA “ Giuseppe Izzinosa.

Un grazie di cuore, Miki"

Non ci sono altre parole se non un grazie a te Miki!

lunedì 12 agosto 2019

Stiamo tornando!

Mentre sotto l'ombrellone state gustando una caipirinha (i più fortunati) o una tachipirina ( i meno), noi stiamo tramando e ordendo il ritorno de "L'ultimo giorno".

Venerdì 25 ottobre alle ore 21 saremo di nuovo in scena al 
TEATRO DRAVELLI di MONCALIERI

Avremo novità, lo spettacolo si rinnova in continuazione, dopo la trasformazione del testo a marzo ora la figura femminile ha un volto: Vita Respina! Ma non è solo questo che bolle in pentola! Venite a vedere lo spettacolo e scoprirete interessanti novità.
Il teatro, a pochi passi dal complesso dell'Italia '61 a Torino ma già in territorio di Moncalieri è una sala che può ospitare anche un centinaio di posti e siamo intenzionati a riempirlo!



Vi aspettiamo numerosi!

Giuseppe Izzinosa
Sasca Malabaila
Maura Scalenghe
Vita Respina
Moreno Stefanini

martedì 26 marzo 2019

Di nuovo in scena!

Domenica 24 marzo 2019 alle ore 17 siamo tornati in scena presso il Piccolo Teatro Comico di Torino.

Il pubblico numeroso ha apprezzato lo spettacolo e ha premiato le modifiche apportate di cui la principale consiste nel passaggio dall'imperfetto al presente nella narrazione, poi la riduzione dell'uso di aggettivi e lo sfoltimento di alcune parti un po' troppo romanzate.

Ancora una volta gli applausi hanno riscaldato la rappresentazione e il calore che abbiamo sentito intorno a noi è stato davvero sentito  condiviso.

Magica come sempre Sasca Malabaila con il suo canto incantevole, impeccabile Moreno Stefanini con la gestione tecnica audio e luci e sempre belli e coinvolgenti gli acquerelli di Maura Scalenghe.

Torneremo presto con nuove date e nuovi teatri dove esibire questo format che trova sempre ampi consensi.

Grazie a chi è venuto a vederci e a chi vorrà in futuro condividere queste meravigliose emozioni.

mercoledì 13 marzo 2019

Fantasia in platea!

"The theatre exists 99% in the imagination"
(cit. Stella Adler)

Questa  frase di Stella Adler scoperta grazie alla recente amicizia su Facebook con Frank Diafe, affronta il tema principe del senso della recitazione: l'astrazione.

Già Giovanni Sartori in "Homo videns" approfondisce in maniera esauriente, e non senza perplessità sulle evoluzioni del complesso dei media, il tema dell'astrazione, di quella capacità umana cioè di immaginare qualcosa partendo da un testo o da un'immagine.

Il teatro è questo, è supporto vivente all'immaginazione che per ogni spettatore assume caratteristiche differenti su cui influiscono l'educazione la cultura, il contesto sociale di riferimento.
Dunque possiamo inquadrare la frase di Stella Adler in questa logica: il regista, gli attori, gli scenografi metto in scena un'interpretazione loro dell'opera, attraverso le scelte scenografiche, ambientali, i costumi, la recitazione, ma poi ciascuno spettatore si fa una propria "regia", seleziona cioè dove porre la sua attenzione sfruttando la propria immaginazione, la propria capacità di astrarre. In questo senso, il teatro differisce radicalmente dal cinema in quanto sullo schermo la sua attenzione viene "pilotata" dal regista che sceglie le inquadrature, la fotografia, i personaggi su cui concentrarsi. In teatro no, in teatro lo spettatore scegli chi guardare, sceglie su cosa soffermarsi, si rappresenta ciò che è fuori scena, i personaggi non presenti, i contesti generali in cui si svolge la sinossi e l'azione, e lo fa appunto usando quello strumento straordinario e unico di cui giustamente Stella Adler diceva essere fatto il teatro per il 99%: l'immaginazione.

mercoledì 27 febbraio 2019

Tempo presente

La differenza sostanziale fra scrivere per il teatro e scrivere un romanzo consiste nella difficoltà che si affronta, nella stesura di un copione teatrale, quando si vogliono descrivere gli stati d'animo e i ragionamenti dei personaggi.

In un romanzo è relativamente semplice: "si rese conto di quanto tutto questo gli procurasse un sottile piacere di cui in fondo si vergognava..." infatti in questo esempio abbiamo in poco più di una riga la descrizione di una presa di coscienza unita ad una sensazione e ad una emozione.

In un testo teatrale è tutta un'altra cosa. Questi elementi devono giungere allo spettatore attraverso i dialoghi, la recitazione, il montaggio della scena e dunque comportano uno sforzo di fantasia in più che l'autore deve affrontare e risolvere se vuole che il messaggio all'origine dell'opera giunga ai presenti.
Il coro assolveva in parte a questo compito nel teatro greco antico, nella Commedia dell'Arte, Goldoni risolse questo aspetto con i cosiddetti "a parte", sebbene non fu il primo ma ne fu certamente il maggior "utilizzatore", ed erano quelle indicazioni che riportava prima di una battuta in cui scriveva "fra sé", l'attore si rivolgeva al pubblico il più delle volte accompagnando la battuta col gesto della mano tesa verticalmente accanto alla bocca. Oggi è più frequente l'adozione di monologhi: nella finzione teatrale, il personaggio rimane da solo in scena ed esprime un pensiero ad alta voce (nel dramma "La valigia" sono ricorso spesso nel primo e nel terzo atto a questo escamotage) una soluzione che, se ben dosata, può accompagnare per mano lo spettatore nell'animo del personaggio.

"L'ultimo giorno" è un romanzo breve e intimista, dunque venendo letto e recitato in scena non ha questo problema da affrontare. Per tutta la prima parte (il primo e tre quarti del secondo capitolo) è la descrizione di un travaglio interiore; ma questa volta, a differenza della Prima (in scena al Ridò il 10 novembre scorso) il testo sarà letto al tempo presente, da un illuminato suggerimento del mio maestro di regia Gian Carlo Fantò. Dunque non più "Accese un'altra sigaretta, si avvicinò alla finestra... ecc." ma "Accendo una sigaretta, mi avvicino alla finestra...", un cambiamento apparentemente minimale ma che invece modifica completamente la prospettiva. Mentre il passato colloca lo sviluppo scenico in un tempo concluso, il presente cala lo spettatore nella situazione con maggior condivisione e coinvolgimento.
"L'ultimo giorno" del 24 marzo al Piccolo Teatro Comico sarà diverso dal precedente, sarà ancora più coinvolgente e accompagnerà le emozioni con maggiore intensità.